Conclusa la campagna di scavo e restauro del complesso archeolgico Belveghile

05/11/2021

Ambiente 3 della grande struttura 1 in corso di scavo_foto di Paola Mancini
Ambiente 3 della grande struttura 1 in corso di scavo_foto di Paola Mancini

Olbia. Sono stati 5 mesi intensi e ricchi di sorprese, sia per i rinvenimenti di strutture architettoniche inedite, che per i numerosi reperti ritrovati, di cui molti integri.

La campagna di scavo ha riguardato un’area di circa 1000 metri quadri. Questa attività di scotico, ovvero la rimozione superficiale della terra fino all'evidenziazione dei muri perimetrali delle strutture, ha rivelato che il sito si estende ben al di là delle stime fatte finora e che presenta una grande varietà di soluzioni abitative. Attualmente si possono intravedere 12 strutture, sia di forma circolare che rettangolare, che mostrano una notevole diversificazione sia dal punto di vista architettonico che, presumibilmente, cronologico e culturale. Di queste, si è deciso di approfondire l’indagine e lo scavo stratigrafico della capanna adiacente al nuraghe per la sua particolarità. È infatti una capanna absidata lunga ben 17 metri, divisa in più vani e utilizzata per un lungo periodo di tempo, per attività prevalentemente artigianali, verosimilmente legate alla lavorazione di pelli e tessuti. È la prima volta che questa tipologia viene ritrovata nel nord Sardegna, infatti il monumento è confrontabile solo con due capanne di dimensioni ridotte in zona di Nuoro (Tanca Manna).

Qui sono stati recuperati più di 100 strumenti in pietra e terracotta di varie forme e grandezza: mortai, pestelli, lisciatoi in ceramica di estremo interesse scientifico e molteplici contenitori in ceramica, per lo più tegami, teglie e ciotole.

Il Segretariato regionale del Ministero della cultura per la Sardegna ha destinato € 300.000,00 per la campagna di scavo, parte del finanziamento complessivo di € 1.000.000,00 per il progetto di valorizzazione finalizzato alla fruizione, per la cui realizzazione con verrà indetto un concorso di idee internazionale.

I lavori, affidati con gara d’appalto alla ditta Venezia s.r.l., che si sta avvalendo di personale locale per la loro realizzazione, sono sotto la direzione scientifica del dott. Francesco Carrera della Soprintendenza, coadiuvato sul campo dalla dott.ssa Paola Mancini. La responsabilità del procedimento è in capo al Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per la Sardegna nella persona del dott. Massimo Casagrande, i progettisti sono i dott. Francesco Carrera e l’arch. Patrizia Luciana Tomassetti, mentre il coordinatore della Sicurezza è l’ing. arch. Andrea Fonnesu.